Salviamo la faccia

di Giulia Merenda, Italia 2018, 12′

Donne di diverse età e background geografici, un po’ come alchimisti e guaritori, descrivono come sono state vittime della violenza nel passato e non potevano “Salvare la faccia” e come oggi, attraverso l’autocoscienza e la solidarietà, possono farlo.

Women of different ages and geographical backgrounds, a bit like alchemists and healers, describe how they were subject to violence in the past and couldn’t “Save the face” and how today, through self-awareness and solidarity, they can.

Giulia Merenda

2013. Gira Liberamente, il primo documentario (di una trilogia di cui TERRA TERRA è il secondo film) sulla scuola nel carcere femminile di Rebibbia, dove insegna Lettere dal 2008, Interesse Culturale nazionale dal MIBACT. 2013. Finalista dell’esperimento di scrittura collettiva Melt-a-plot di Tempesta Film e RaiCinema. 2008. Scrive la serie tv di SKY, Quo Vadis, Baby? (direzione artistica Gabriele Salvatores). Regista del film Come Posso, sulla fumettista Cecilia Capuana, con Jean Pierre Dionnet e Mario Monicelli, CGHV distribuzione. 2006. Scrive con Giancarlo De Cataldo Il Poeta e l’Assassino. 2005. Sceneggiatrice del film Io che amo solo te di Gianfranco Pannone. 2003. Autrice del documentario My American Family di Jerzy Sladkowski, prodotto da Hysteria Film (Svezia) con il supporto di SVT (Svezia), TV2 (Danimarca), YLE (Finlandia), distribuito negli Usa da Icarus Film, Premio Stampa Estera al Medfestival di Paestum. 2007 fonda Selfcinema-adopt-a-movie, la distribuzione nelle sale fatta dagli spettatori. 2000. Autrice e regista dell’evento multimediale Le vie sacre durante il Giubileo del 2000. 1992. Scrive il lungometraggio America, girato in Guatemala con protagonisti indios, regia di Fabrizio Ruggirello con Julian Sands. Premiato alla World Conference of Human Rights di Vienna nel 1993, alla presenza del Nobel per la Pace Rigoberta Menchù. Riscoperto dalla Cineteca Nazionale è stato presentato recentemente da Mario Martone alla alla sala Trevi a Roma.

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